John Bowlby, rinomato psicologo e psicoanalista, ha osservato che nel bambino esiste una potente spinta biologica che lo porta a mantenere la prossimità fisica con il caregiver, cioè colui che se ne prende cura in modo continuativo. Bowlby ha definito questo bisogno “attaccamento” e lo ha considerato: «come un vero e proprio sistema motivazionale, in grado di assicurare la sopravvivenza del bambino e di facilitare lo sviluppo della sua sicurezza emotiva» spiega il Dott. Cosimo Santi, Psicoanalista Firenze.
Mary Ainsworth, ricercatrice nell’ambito della psicologia dello sviluppo, ha verificato le teorie di Bowlby, esaminando lo stile di attaccamento di numerosi bambini. La Ainsworth ha ideato una procedura sperimentale chiamata “strange-situation”, in cui è possibile osservare le reazioni emotive e comportamentali dei piccoli rispettivamente: in presenza di un estraneo ma con la madre presente, in assenza della madre ma con l’estraneo presente e durante la riunificazione con la madre. La Ainsworth ha individuato tre stili di attaccamento, ciascuno dei quali associato a un distinto modello di interazione madre/bambino: sicuro, evitante e ambivalente.
Grazie a ricerche di follow-up, in cui cioè gli stessi soggetti sono stati osservati più volte a distanza di anni, è stato dimostrato che i modelli di attaccamento dell’infanzia hanno effetti a lungo termine.
I ricercatori hanno stabilito che molti aspetti osservabili nelle modalità di attaccamento dei bambini sono coerenti con quelli ritrovati in età adulta. Tali modelli sviluppati durante l’infanzia, conseguenza diretta delle interazioni con i caregivers, saranno simili agli atteggiamenti e ai comportamenti manifestati nelle relazioni intime mature dagli adulti.
In particolare, gli adulti che presentano stili di attaccamento ambivalente, vivono il rapporto di coppia come se il partner fosse in procinto di lasciarli. Di conseguenza provano una forte paura dell’abbandono che li porta a mettere in atto strategie compensatorie come richiedere una stretta vicinanza e una costante attenzione nei loro confronti.
Queste persone sono iper-concentrate sull’attaccamento e desiderano intensamente rassicurazioni sulla stabilità della relazione. Sottolineano spesso gli atteggiamenti del partner che potrebbero far pensare a un possibile abbandonano e in generale hanno poca fiducia negli altri.
Si sentono insicuri anche quando sono in prossimità dei loro partner e spesso rimuginano sulla qualità delle loro relazioni, sottolineando ciò che potrebbe andare male.
Gli adulti con stile di attaccamento evitante hanno problemi nel sentirsi a proprio agio in una relazione intima. Le ricerche hanno dimostrato che le persone con un punteggio elevato sulla scala che misura l’evitamento, tendono a non investire nelle relazioni interpersonali e si sforzano di rimanere psicologicamente ed emotivamente indipendenti dai loro partner.
A modelli di attaccamento evitanti è associata una minor valorizzazione dei rapporti stretti e una mancanza di ricerca degli altri per soddisfare bisogni di rassicurazione e conforto emotivo. Coloro che presentano queste strategie di attaccamento sono distaccati e scostanti nei confronti dei loro partner, supponendo che questi non saranno presenti quando realmente necessario.
Essenzialmente, presentando una sfiducia cronica verso il mondo interpersonale, questi individui evitano l’intimità per paura di perdere la persona amata.
In una recente ricerca presentata su Psychological Science sono state sottoposte a osservazione 116 coppie sposate. E‘ stato definito lo stile di attaccamento di ogni singolo individuo e questo, successivamente, è stato messo in relazione ad alcuni aspetti della vita di coppia come: la soddisfazione per il proprio matrimonio, la soddisfazione sessuale e la genitorialità.
I risultati hanno dimostrato che gli individui con attaccamento ambivalente erano meno soddisfatti del loro matrimonio. Inoltre, coloro che avevano partner evitanti erano anche meno soddisfatti sessualmente.
Per quanto riguarda la genitorialità, gli individui evitanti hanno dimostrato di essere genitori molto severi, inclini a imporre restrizioni e regole rigide ai propri figli.
In conclusione la ricerca ha dimostrato che le persone con attaccamento sicuro hanno una buona autostima, salute emotiva e competenze sociali. Inoltre, questi individui hanno una maggior resilienza, cioè capacità di far fronte ai traumi che la vita presenta, senza incorrere in eccessivi problemi psicologici.
Questi aspetti hanno un forte impatto sulla vita di coppia, precisano i ricercatori. Gli individui con stile di attaccamento sicuro hanno dimostrato di essere i più soddisfatti del loro matrimonio, di sentirsi adeguati rispetto ai bisogni emotivi dei loro partner e di essere a proprio agio nelle relazioni interpersonali.