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Le cliniche dentali low cost in Italia

Uno dei fenomeni che si sono visti negli ultimi anni, diciamo negli ultimi cinque anni, in campo sanitario, è la costante crescita delle cliniche dentali low cost, cliniche che permettono ai pazienti di avere prezzi più bassi rispetto ai dentisti che lavorano per conto proprio.

Alcuni, spinti anche proprio da questi ultimi, si sono chiesti come questo sia possibile, e a volte la risposta che da qualcuno è inquietante: materiali scadenti, servizi pessimi, dipendenti in nero. Cose che, già a logica, sono difficili da credere, e lo sono ancora meno quando si trovano persone che si sono rivolte a queste cliniche e sono pienamente soddisfatte della prestazione che hanno ricevuto dai medici e dagli igienisti che si trovano lì dentro.

Perché se di dentista low cost bologna, Milano, Roma ed altre grandi città sono letteralmente piene, e oltretutto se queste cliniche sono sottoposte agli stessi controlli sanitari ASL degli altri dentisti e li superano, perché sono ancora aperte, un motivo deve esserci: cerchiamo di capire quale.

Un modello di business diverso

La differenza fondamentale delle cliniche dentali low cost (parliamo di quelle italiane, ovviamente) rispetto ai dentisti che operano in uno studio proprio è per prima cosa il modello di business.

Anni fa la situazione dell’odontoiatria era molto diversa da quella di oggi, perché i dentisti erano pochi e potevano applicare prezzi altissimi ed avere un alto margine di guadagno, visto che c’erano solo loro. Oggi non solo dentisti ce ne sono di più, ma le persone hanno facoltà di scegliere a quale professionista rivolgersi, e questo permette di avere una sorta di concorrenza.

Concorrenza accentuata anche da un particolare presente solo da pochi anni: la liberalizzazione della pubblicità. In passato la pubblicità alle strutture sanitarie era vietata dalla legge, mentre oggi è permessa, e qualche clinica la sta utilizzando a piene mani, così come avviene in altre realtà commerciali. Chiaramente la pubblicità è un investimento, bisogna metterci dei soldi che poi torneranno sotto forma di un maggior numero di pazienti: per cui, i pazienti vengono spostati dal dentista che non si fa pubblicità alla clinica che se la fa. È una normale legge di mercato.

Se mettiamo insieme gli stipendi dei dentisti un po’ più bassi, la pubblicità che porta clienti e la condivisione delle spese fisse (affitto, luce) che in una clinica, rapportati al numero di professionisti, sono più bassi rispetto a quelli di uno studio con un solo professionista, si capisce come diminuendo le spese si diminuisce anche il costo di alcune prestazioni.

Anche perché dobbiamo notare che i costi più bassi sono quelli degli interventi semplici, dove abbiamo solo la prestazione del dentista (estrazioni, ricostruzioni in composito) e le spese dei materiali sono minime. Per gli interventi complessi, dove il costo maggiore lo fanno i materiali, come gli impianti, non c’è grande differenza tra una clinica e un dentista che lavora da solo, a giustificare che i materiali possono essere di qualità anche se siamo in una clinica low cost.

Anche perché se un impianto costa (per dire) 2000 euro nella clinica low cost e 2000 dal professionista che ha lo studio da solo, ma poi nella clinica abbiamo un intervento di igiene dentale gratis, dall’altra parte no, è chiaro che i pazienti sceglieranno il professionista che offre di più. E che può permetterselo perché ha meno spese.