granuloma dentale

Il granuloma dentale, cos’è, come si presenta e come si cura

Un disturbo abbastanza diffuso della cavità orale è il granuloma dentale. Sono i batteri a provocarlo, magari “alle spalle” di un dente devitalizzato anni prima

Carie e gengiviti sono solo i problemi più comuni che possono interessare la tua bocca, ma purtroppo non sono gli unici. Un altro disturbo che può interessare la cavità orale è meno diffuso ma assai fastidioso e ha il nome piuttosto inquietante di granuloma di tipo dentale. La causa che lo produce è di solito infettiva: sono i batteri a raggiungere il cosiddetto legamento parodontale e l’osso alveolare passando attraverso i canali del dente, di solito dopo una precedente infezioni, magari causata da carei, traumi o altre lesioni. Il granuloma può insorgere anche alle spalle di un dente devitalizzato, dopo molti anni dall’intervento. In pochissimi casi, infine, la causa di tale disturbo è la necrosi del tessuto.

Il granuloma dentale non può comparire in una situazione di normalità perché il dente dotato di nervo vitale riesce a fronteggiare l’attacco di batteri grazie agli anticorpi presenti nel sangue.

 

Molto di frequente succede che il granuloma dentale non dia disturbi particolari. In assenza di sintomatogia è solo una lastra panoramica a svelarlo. Ma come si fronteggia questo comune disturbo? L’assunzione di un antibiotico può servire soltanto se si è nella fase acuta quindi con un ascesso dentale. Quando lo si scopre invece, prima che dia luogo a un ascesso è meglio procedere con la rimozione ordinaria. Il rischio è infatti molto grosso: c’è la concreta possibilità che i batteri presenti nella radice del dente entrino nel circolo ematico e si installino in altre regioni del corpo come fegato, valvole cardiache, reni.

La rimozione può essere effettuata attraverso tre diversi procedimenti: l’apicectomia, il ritrattamento canalare, l’estrazione del dente.

Nel primo caso si tratta di aprire una breccia in coincidenza dell’apice del dente colpito da granuloma, di rimuoverlo e concludere con un’otturazione della radice. Se il dentista opta per il ritrattamento canalare andrà a togliere la vecchia otturazione del canale, a pulire l’interno del dente e a sterilizzarlo. Quando invece le due tecniche fin qui descritte non sono sufficienti, si deve propendere per l’estrazione del dente.

La guarigione del paziente può variare a seconda della tecnica adottata dallo specialista. Nei casi più complessi si possono presentare ematomi, gonfiore delle gengive e dolenzia nella fase della masticazione.